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Frammenti di luna calante su Lu Baddhittu

Rassegna stampa

  Marzo 2006   anno 5    n° 62

 FRAMMENTI DI LUNA CALANTE
   Titolo poetico e melodioso con il quale hanno presentato la loro mostra, presso l’Ufficio Turistico di Tempio, i due eclettici fratelli Pirrigheddu, Maria Antonietta e Tomaso. Moltissimi i visitatori grazie anche all’impegno dei due artisti nell’organizzare, all’interno della mostra stessa, un nutrito programma di manifestazioni culturali che hanno spaziato dalla musica alla poesia, al cinema, al teatro.
   Abbiamo chiesto a Maria Antonietta, già nota attrice, lettrice e pregevole narratrice (la rivista Gemellæ, che purtroppo termina le pubblicazioni, nell’ultimo numero presenta un delicato, misterioso racconto) e lei ci ha spiegato che la luna calante crea un’atmosfera misteriosa e addirittura inquietante come le loro opere, incomprensibili a prima vista, ma dense di significato. I frammenti sono pezzetti di mistero impressi nelle tele o sul vetro: di qui la necessità della presenza degli autori per guidare, nel percorso attraverso la loro anima, il visitatore facendolo passare dallo stupore iniziale alla commozione che via via diveniva sempre più intensa e colma di domande.
   Abbiamo avuto molte risposte ma siamo consapevoli di non averle colte tutte perché celate nel mistero della luna calante. Forse sarebbe stato necessario soffermarsi più a lungo su ogni opera e lasciarla parlare nei recessi del nostro cuore; la sorprendente quantità dei lavori, non sempre lo ha reso possibile. La stessa M. Antonietta dice che nel tempo scopre significati nuovi in ciò che ha dipinto e come in tutte le forme d’arte l’artista è quasi un tramite, spesso inconsapevole, attraverso il quale le realtà più nascoste vengono alla luce.
   Tomaso ha esplorato la condizione umana, sospesa tra sogno ed incubo. Nei suoi dipinti, disegni, sculture, emerge il volto dell’uomo del nostro tempo oppresso dalla tecnologia, dall’indifferenza reciproca e dall’impossibilità di esprimere la propria creatività. In alcuni suoi quadri l’uomo diviene tutt’uno con la macchina (la catena di montaggio); altrove i soggetti sono privi di occhi perché incapaci di guardarsi l’un l’altro. Su Tomaso colpisce la perfezione della tecnica, visibile soprattutto nelle miniature. Ma non manca l’ironia: un topolino di cotone e polvere faceva sobbalzare gli sprovveduti visitatori.
   Maria Antonietta si è affacciata su una dimensione diversa, forse più difficile da afferrare perché spazia nell’invisibile: angeli, spiriti d’aria e di terra (silfidi e fate), simboli di vario genere che ci riportano ad antiche tradizioni e credenze e che appaiono sul vetro come per magia, con colori che incantano perché hanno dell’ultraterreno.
   Ci auguriamo che questa ineguagliabile mostra possa essere ripetuta in modo che tutti possano goderne, poiché le sole parole non bastano a renderle onore. Per chi volesse ulteriori informazioni vi rimandiamo ai loro siti web: www.tom-art.it e www.lunadivetro.it
(Anna Demuru)
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