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Testimonianze, poesie e storie di vita dei detenuti

Rassegna stampa

 Martedi 3 dicembre 2013

Nuchis, "E chiamale se vuoi... evasioni"
Presentato libro di poesie dei detenuti
  
carcere di Nuchis
di Davide Mosca
NUCHIS. Francesco è nato a Catania, ha 52 anni, da 21 è richiuso in carcere. Nel suo fascicolo, come in quello di ogni altro condannato all'ergastolo campeggia il titolo "Fine pena mai". Francesco ha commesso molti errori. Da piccolo è entrato nella malavita, in quel tunnel che lo ha portato al carcere. Oggi è ospite della struttura carceraria di Nuchis a Tempio Pausania. Vive per le due figlie che sono lo scopo della sua esistenza e la poesia alleggerisce le lunghe giornate passate nella struttura carceraria. La storia di Francesco è simile a quella degli altri 200 detenuti di Nuchis e insieme ad alcuni di loro ha condiviso la gioia di veder pubblicate, in un libro dal titolo "E chiamale se vuoi... Evasioni", alcune delle poesie e dei pensieri scritti in carcere.
La pubblicazione, resa possibile grazie all'impegno della professoressa Paola Scano, presidente dell'associazione Amici di Monica, dalla volontà del direttore della casa di reclusione, la dottoressa Carla Ciavarella e dalla sponsorizzazione dell'unione dei Comuni dell'Alta Gallura, andrà con i ricavati delle vendite a finanziare la realizzazione di un parco giochi per i bambini a Nuchis. Francesco, Giuseppe, Andrea, Alessandro, Carmelo, Angelo, Nicola, Antimo, Domenico, Salvatore, Vincenzo sono gli autori delle splendide poesie.
Ieri pomeriggio, alla presenza di più di cinquanta detenuti, nella cappella del carcere è stato presentato il libro alle autorità e sindaci del territorio, alla stampa, al mondo esterno. L'interpretazione nella lettura dei testi di Maria Antonietta Pirrigheddu, la chitarra e la voce di Vincenzo Murino e gli interventi degli ospiti hanno fatto da cornice all'evento che ha regalato grandi emozioni e spunti di riflessione per i presenti. Non è mancato il pensiero alle vittime dell'alluvione di Olbia.
"Noi detenuti siamo vicini a chi ha perso tutto in questi giorni in Sardegna e speriamo che le cose si possano rimettere al più presto", ha dichiarato Vincenzo uno degli scrittori.
"Appena i ragazzi hanno saputo di Olbia, volevano in qualche modo contribuire agli aiuti - ha dichiarato la direttrice Ciavarella -, così abbiamo raccolto dei soldi e li abbiamo inviati all'Iban indicato dalla Croce Rossa Italiana. Noi siamo qui, non possiamo uscire, ma se dobbiamo realizzare qualcosa dentro, i nostri ragazzi sono disponibili a donare il loro contributo". Da dentro a fuori: amore, libertà, speranza, amicizia, famiglia, tempo, sofferenza, rimorso hanno riempito i fogli bianchi del libro.
Pagina dopo pagina, una poesia dopo l'altra, interpretate dalla Pirrigheddu hanno riscaldato la cappella del carcere e per poche ore hanno reso liberi almeno i pensieri dei detenuti.
"Quando sono arrivata in questo luogo, ha dichiarato Paola Scano, come tutti avevo molte remore e paure e invece è stata un'esperienza bellissima. Qui dentro con pochissimo fanno grandissime cose e la pubblicazione del libro è solo un esempio". La cappella del carcere è stata abbellita per l'occasione dai presepi allestiti con materiale riciclabile e dalle icone religiose create dai detenuti.
Chi volesse acquistare il libro di poesie può farlo, contattando l'associazione "Amici di Monica". Il prossimo appuntamento è previsto per martedì 10 dicembre con il concerto di Piero Marras che presenterà il suo nuovo lavoro musicale in collaborazione con lo scrittore Salvatore Niffoi.

Un estratto di una delle poesie scritte dai detenuti:
"Un venditore di sogni" di Giuseppe Bottone
Ciao amico! Chi ti parla si faceva chiamare Dio da un esercito di "pupi" attaccati ai fili della droga. Ora i fili sono recisi, le luci sono spente, gli spettatori si sono dileguati, il teatrino è rimasto con un solo "pupo" che si credeva un Dio e invece... era solo una marionetta.
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