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Teatro in lingua

Rassegna stampa
 n. 11 - 16 luglio 2007
Teatro in lingua
Andrea Muzzeddu
      
   Con il patrocinio del Comune e su iniziativa della "Classe del '62", che costituisce il comitato per la "Festa Manna" di Tempio, dedicata a San Paolo Eremita e la Madonna del Buon Cammino, è ritornato in città il "teatro in lingua". Venerdì 22 giugno, alle ore 21.30, al Teatro del Carmine la "Filodrammatica Gallurese" ha messo in scena, davanti ad un folto e divertito pubblico, Una ciurrata malavvissiata, una commedia in vernacolo, scritta da Margherita Achenza ed interpretata da "attori" ormai noti al pubblico del nostro territorio.
   L'opera, che fa riferimento ad una famiglia del nostro tempo, mette a nudo le ansie, i problemi, gli entusiasmi e le paure che si manifestano nella vita di tutti i giorni, soprattutto quando qualcuno ci mette lo zampino.La Filodrammatica Gallurese
   Una narrazione garbata e ironica insieme delle ansie di una moglie e mamma, contemporaneamente, che attraverso una serie di situazioni apparentemente normali ma, per motivi diversi oltre il senso comune, si trova a dover fugare alcuni dubbi per cui anche i sentimenti iniziano a vacillare o a diventare morbosi, in un continuo rimando di ipotesi e situazioni nelle quali anche i parenti e gli amici giocano la loro parte. Non manca la trovata finale come si conviene alle commedie d'autore.
   La "Filodrammatica Gallurese", fondata da Marcuccio Achenza nel 1944 e da lui diretta fino agli Anni Ottanta, è da circa un decennio guidata da Margherita Achenza (regista e autrice di alcune note ed apprezzate commedie in lingua, rappresentate, fra l'altro, in diversi paesi della Gallura e trasmesse anche da un'emittente locale).
   Il sodalizio rivolge lo sguardo al territorio, indagando sia sul suo passato, sia sul presente per recuperare i momenti più autentici della tradizione locale e gli aspetti più significativi della vita sociale contemporanea, con lo scopo di evidenziare il senso ed il valore del "vivere insieme", all'interno di una comunità "diversa" in rapporto alla civiltà della Sardegna, affine ma non identica a quella Gallurese, oltre che contribuire al recupero della cultura popolare ed evitare così la definitiva perdita (per effetto della italianizzazione imposta dai sistemi di comunicazione di massa) della "lingua" locale, nella convinzione che solo attraverso l'esercizio del parlato è possibile rivalutare anche la cultura scritta. Chi meglio del palcoscenico può contribuire all'effettiva ricostruzione di ambiente e storie del passato o del nostro tempo? Nel palco, attraverso la finzione scenica, è infatti possibile far rivivere, nella completezza dell'azione, momenti di vita autenticamente vissuta dalle generazioni di ogni tempo. Se questo sia esaltante o meno, non sta a noi dirlo... Per saperlo, scoprire ed apprezzare il senso ed il valore della "cultura rivissuta attraverso il teatro", è necessario vedere la rappresentazione portata sul palco da un cast di attori e tecnici di grosso livello, tutti dilettanti e soci di un sodalizio (senza scopo di lucro) in difesa della lingua e delle tradizioni della Gallura.
   Ecco i nomi per ordine alfabetico. Attori: Andrea Fadda, Angela Spano, Anna Sechi, Carmelo Mammola, Lina Sias, Lino Alette, Luca Pittorru, Maria Antonietta Pirrigheddu, Massimiliano Maisto, Monica Manconi, Nora Mammola, Paolo Achenza, Rossella Sechi. Tecnici e sceneggiatori: Andrea Muzzeddu, Franca Ganau, Gabriele Deiana, Gavino Falchi, Lello Demuro, Michele Deiana, Tore Angius. Regista: Margherita Achenza.
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