Vai ai contenuti

301-Per il tempo che mi rimane

Segni
Rita   

Rita scrive:
ESPERIENZE DI UNA DONNA DI 56 ANNI

  Quando sono nata sono cresciuta con la consapevolezza che dovevo conoscere tutto il prima possibile perché avevo una sete insaziabile di avventura, di viaggi che nonostante tutto ho fatto, ma ad un certo punto della mia adolescenza ho conosciuto la piaga della droga che si mi ha fatto conoscere tutto, ma tutto ciò che era sbagliato, e adesso che ho 56 anni, mi ritrovo da sola con tanti rimorsi, per di più ammalata e con tanta voglia di conoscere la vera vita, quella con tanta Gioia, Amore che ne ho da dare tantissimo almeno per il tempo che mi rimane da vivere.

Risponde Lunadivetro

  L'adolescenza è sicuramente l'età più pericolosa dell'esistenza. Non è possibile, in quel momento, calcolare e valutare le conseguenze a cui si va incontro imboccando certe strade. L'importante, però, è avere il coraggio di uscire dalle brutte esperienze. Certo, ciò che abbiamo vissuto non può essere cancellato: rimane potente dentro di noi.
  Cambiare? Facile dirlo, ma difficile da mettere in atto. Eppure, a quanto dici, tu ci sei riuscita. Perciò non pensare a ciò che è stato, ma pensa piuttosto a ciò che vorresti fosse da ora in poi. Coltiva la fede e la fiducia in te stessa; cerca per quanto puoi di curare i tuoi malanni, ma soprattutto cura il "malanno" che ancora porti dentro di te. È così che si può trovare la forza per ricominciare a vivere nel miglior modo possibile, nella consapevolezza che non tutto è perduto, mai, ma che ancora la vita può riservarti delle piacevoli sorprese. Fiducia, fiducia, fiducia.
Torna ai contenuti