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323-Un credo agnostico

Segni
Aldo Paliaga   

Aldo scrive:
UN CREDO AGNOSTICO

Credo, in realtà posso dire che so, di esistere, di essere vivo, creatura temporanea e transitoria di una natura vivente, basata sul sistema nascita-morte, dove tutto è provvisorio e in divenire. Mi sento accomunato a tutto ciò che vive, a partire dalle nuove fogliette che, prepotenti, sbocciano dai vecchi fusti degli alberi a primavera e sono portate via dal vento all'approssimarsi dell'inverno. Anche se non più nella verde età, sono conscio e felice di essere, come i giovani mammiferi, alla continua scoperta del mondo.

Credo in molte altre cose, ma sono abbastanza reticente a farlo in campo religioso per le insidie legate alla tendenza mentale dell'uomo verso l'astrazione, pronto com'è a creare e ad accettare idee e oggetti astratti, suggeriti (“rivelati”) da altri uomini, come entità sostanziali e reali. Esse sono pronte a materializzarsi in figure trascendenti proposte dalla Religione, pronte ad annidarsi nella mente umana, potenziate dal timore, dal bisogno di eternità e di conforto esistenziale.

Credo in un universo sconfinato attorno a me, che si palesa nelle notti silenziose, senza luci e senza nubi come l'immenso cielo stellato. Non so con sicurezza se abbia avuto un inizio ne quale.

Credo nella bellezza della natura, nelle sue innumerevoli forme ed espressioni, nella grandiosità dei fenomeni che manifesta, nell'eros e nella comunicazione affettiva.

Credo nella gioia che la vita è pronta a dispensare giornalmente a chi è aperto a viverla e a condividerla, sopratutto con  chi è nel bisogno.

Credo di non sapere veramente se esista un Dio e, se esiste, chi o cosa sia, un essere inconoscibile, un individuo amorevole e vicino ai problemi del singolo o “un tutto” indifferente e lontano, assente alle preghiere e alle suppliche dell'uomo, irraggiungibile.

Credo che la Religione cristiana ha bisogno che Dio esista, sia onnipotente, un “padre buono”, come risulta dai Vangeli, ma anche pronto a gestire una giustizia inflessibile, gravata da pene eterne, un Dio placato da sacrifici anche umani, quale quello del suo stesso figlio. Questa Religione trae sostegno da riti e da sacramenti che “tolgono” i peccati e garantiscono felicità eterna.
Credo che tutto ciò dà ai gestori della Chiesa forza, potere, autorità.

Credo in Gesù, giovane ebreo della Galilea del I° secolo, l'ultimo e il più grande profeta, messo a morte come sovvertitore pericoloso, rivoluzionario religioso, ma è stato il grande testimone lungimirante della saggezza antica, taumaturgo. Egli ha indicato all'uomo, apparentemente con poco successo, la via per vivere con gli altri, con amore, con fraternità e gioia.

Non so se, ma spero che, dopo la nostra morte, permarrà viva qualcosa della nostra coscienza e della nostra mente; temo però che per noi, singoli uomini, esse potrebbero essere finite per sempre.
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