349-Una vita non facile
Segni
Lucilla - Firenze 

Lucilla scrive:
Ho 56 anni, fin da piccola mi sono chiesta tanti perché, chi sono, perché esisto, dove andrò dopo la morte. Ho cercato Dio con il cuore e con la mente. Tante sensazioni, tante emozioni, tante sofferenze e lacrime, tanta ansia e paura che poi tutto finisca, di non potersi più rivedere con i propri cari. L'infanzia è stata difficile con litigi familiari quotidiani e forti e violente scenate, che mi hanno segnato profondamente. La salute poi nel cammino della vita non è stata dalla mia parte: una malattia benigna ghiandolare polmonare a 26 e poi a 34 anni con tanto cortisone per uscire. Un tumore al seno con relativa chemioterapia e radioterapia e poi anche un melanoma. Una figlia oggi 22enne che mi ha dato tantissimi problemi caratteriali e quindi di comportamento. Una vita non facile e con tante lacrime versate. Mio padre morto d'infarto mentre ero in terapia, tanto dolore e la nostalgia di lui che è andato nell'altra Dimensione quando non ero con lui, senza un abbraccio.
Mi piacerebbe tanto ritirarmi in un monastero e pregare, meditare, lavorare insieme ad altre come me fino alla fine dei miei giorni. Ma non si può, ho mia madre 86enne da seguire, la figlia da aiutare a crescere.
Una parola per me, grazie di cuore.
![]() | ||
Risponde Lunadivetro
Di fronte a certe esistenze tormentate, tendiamo spesso a parlare di "prove". Ma che significa?
Prova è ciò che dovrebbe servire a verificare fin dove arrivano la nostra forza, la nostra fede, la nostra capacità di reazione. Tant'è vero che solo attraverso le prove riusciamo a conoscerci fino in fondo, e come tali hanno senso e significato.
Certo se potessimo sapere perché ci succedono certe cose (a noi alcune, al prossimo altre di cui nemmeno sospettiamo), sarebbe tutto più semplice. Sarebbe fin troppo facile vivere e credere e aver fiducia negli altri e in Dio. Ma se conoscessimo il perché del nostro soffrire, avremmo già imparato le lezioni corrispondenti, e il nostro passaggio qui sarebbe superfluo. Quel che ci accade ci serve per crescere ed evolvere. Perché la vita è anche una scuola; anzi, una delle tante tappe scolastiche in cui noi apprendiamo e grazie alle quali riusciamo a raggiungere i nostri livelli più alti.
Anche tua figlia ha bisogno di crescere per capire certe cose. Se fosse già in grado di comprendere i tuoi passaggi di vita, sarebbe un'altra persona. Ma raramente facciamo esperienza sulla pelle degli altri, neanche dei nostri genitori. È difficile riuscire a immedesimarsi a tal punto nel prossimo, a sentire in se stessi ciò che gli altri stanno vivendo. D'altronde le esperienze che sono necessarie a tua figlia non corrispondono alle tue. Ciò non toglie che il tuo esempio le sia fondamentale.
Certo, è comprensibile che ora tu abbia desiderio di ritirarti da qualche parte per stare finalmente in pace, a pregare e meditare. Questa però è una contraddizione: da un lato dubiti di rivedere i tuoi cari passati nell'Altrove, dall'altro senti l'esigenza di pregare. Ma pregare per che cosa, se pensi che poi non ci sia nulla? A che serve? A meno che la preghiera non sia per te solo un rifugio, una tana in cui nasconderti per evitare di continuare ad affrontare una vita pesante...
Al di sopra di tutto, però, c'è una considerazione che dovresti fare: se nonostante tutto sei ancora qui, c'è uno scopo. A qualcosa servi. Soprattutto servi a te stessa, e poi agli altri.