413-Margot e i suoi specchi
Segni
Nadia scrive:
ANEDDOTO
Margot sono io e Nemet è quella parte della mia mente che ogni giorno mi punzecchia, mi infastidisce per fortificarmi, correggermi. Nemet è colei che si collega al passato, mi riempie di preconcetti, mi tarpa le ali, mette in evidenza i miei errori e scopre le mie paure. Ho capito che non devo odiare Nemet, perché lei è un meraviglioso strumento che mi ricorda in ogni momento che sono io a guidare la mia vita imparando ad ascoltare le critiche costruttive e a non dar retta a quelle distruttive.
E tu conosci la tua Nemet? Sai ascoltarla o zittirla quando serve?
La usi per il tuo bene o ti fai usare e manipolare da lei?
Un giorno Luce incontrò Margot che se ne stava sul greto del fiume ad occhi chiusi, immersa nella natura, notò subito che il suo viso era disteso e rilassato.
"Buongiorno Margot, passo qui da giorni e ti ho vista triste e arrabbiata, il tuo viso era teso, il sorriso spento, oggi sei diversa, cosa mai è accaduto?" –
"Buongiorno a te Luce, hai ragione, questi son stati per me, giorni di grande lavoro, ho scavato e ho visto..."
Luce si sedette accanto a Margot e ammirò l'acqua che scorreva nel fiume, notò con piacere che i loro visi si riflettevano in quelle acque.
"Margot mi puoi raccontare la tua esperienza?" - chiese Luce... e Margot accettò l'invito iniziando a raccontare.
"Nei giorni in cui hai veduto la mia rabbia avevo un confronto aperto con Nemet"
- "Chi è Nemet?"- Chiese Luce
"Ohhhh Luce, mia cara amica, Nemet è un essere Dispotico, vuol sempre ragione, ha sempre da ridire, deve sempre rispondermi, mi prende in giro, mi insulta, denigra ogni mio dire, si prende gioco di me"
"Perché mai fa tutto ciò, te lo sei chiesta?"
- "Certo che sì, cara Luce, ho passato giorno e notte a pormi questa domanda, ma il mio ego non mi permetteva di trovare risposta. Anche se non la sopportavo ho finto gentilezza, ma lei sembrava ancora più forte, ho provato a spiegare le MIE ragioni ma lei ascoltava solo le sue, allora ho alzato la voce, risposto ai suoi insulti, ho denigrato, riso di lei, le ho reso pan per focaccia"
Margot parlava con voce calma, gli uccellini cantavano, le foglie danzavano, Luce era rapita da quel racconto e disse - "Dimmi Margot questa soluzione ha avuto buon esito?" -
Margot fece un sorriso dolcissimo e aggiunse - "No, anzi, mi ritrovai in guerra, le nostre discussioni crearono fazioni, ognuno in base alle proprie ferite si schierava di qua e di là. Era un lungo vocio di torti e ragioni che mi faceva dolere le orecchie e sanguinare il cuore"
Nel dire ciò, un velo di tristezza passo sul viso di Margot, ma durò solo un attimo
Luce chiese - "Che hai fatto allora dolce anima?" - Margot sorrise nuovamente e rispose
"Beh, così non poteva andare, una vocina nel mio cuore mi diceva di abbandonare la mente e chiudere gli occhi per guardare oltre e così ho fatto . Ho ascoltato il mio respiro, tranquillizzato la mente e ho visto, tutto è diventato chiaro, così ho finalmente compreso cosa stava accadendo e cosa dovevo fare"
Luce ora era davvero curiosa - "Dai dimmi, dimmi che hai visto, cosa hai compreso, come hai fatto a ritrovare la pace che è in te?" -
Margot si sporse verso il fiume e invitò Luce a fare altrettanto - "Luce, dimmi che vedi?" -
Luce guardò l'acqua - "Vedo i nostri volti riflessi" –
"Ecco è ciò che ho visto io, ho compreso che Nemet altro non è che uno specchio che riflette una parte di me che non riconoscevo, la lasciavo scorrere in me senza vederla. Nemet non ha fatto altro che farmela notare. Quando fingevo gentilezza non ero davvero gentile, lo ero solo in apparenza, credevo sincera tale gentilezza ma, appunto fingevo per nascondere la rabbia. Quando spiegavo, non era per andarle incontro ma solo per avere le mie ragioni. Alla fine mi era facile deriderla, insultarla, prendermi gioco di lei darle le colpe, questo mi faceva sentire migliore" -
"Quindi eri migliore di lei?" -
Margot guardò ancora nell'acqua e rispose - "No non ero né migliore né peggiore, non potevo esserlo, perché come in questo specchio d'acqua lei altro non era che un riflesso di me stessa. Le sue ferite erano le mie ferite, quelle mura in cui si nascondeva travestite di cattiveria e ignoranza altro non erano che le mie stesse mura, il suo dolore era il mio dolore. Quello stesso dolore che ci portava a tal comportamento. Un dolore che chiedeva AMORE come un bimbo che urla e batte i piedi per richiedere attenzione"
Luce a quel sentire ascoltò il suo cuore battere più forte, mentre Margot aggiungeva -
"Ringrazio Nemet per questo grande insegnamento, grazie a lei ho curato questo lato del mio carattere. Non voglio essere astiosa, non voglio far valere le mie ragioni ad ogni costo, voglio solo esprimere me stessa per me stessa e non per gli altri. Non voglio deridere, insultare, obbligare gli altri a pensarla come me. Voglio sentirmi bene, rispettarmi ed amarmi, perdonando ogni mia caduta e curando ogni mia ferita solo così voglio manifestarmi, per quel che SONO” -
Ad ogni parola Luce splendeva di più, illuminava l'acqua, il cielo, la natura... si alzò in piedi dicendo - "Prima che io vada, dimmi cosa è accaduto poi"
- Margot si stirò e poi si sdraió sull'erba -
"È accaduto che ho iniziato a non veder più le brutte risposte degli altri come un attacco a me, ma come una loro difficoltà, ad ascoltare sempre il mio cuore e a prendere il comando della mia mente. A non sentirmi più un bersaglio, a lasciare andare il botta e risposta perché non serve, a rispettare le mie idee ma ad ascoltare anche quelle degli altri senza giudicare. Ad osservare senza farmi coinvolgere e così il muro che mi ero costruita è crollato e ora mi sento libera, non separata dagli altri ma unita" -
"E Nemet che ha fatto? "
" Ohhhh Luce cara, Nemet aveva il compito di farmi notare ciò e lo ha fatto molto bene devo dire.
Ora che ho compreso questo specchio non mi serve più e l'ho lasciato andare perché sia utile ad altri. Ho apprezzato il suo duro e difficile lavoro. Era un cerotto che proteggeva le mie ferite, l'ho tolto con dolcezza e quando capita lo osservo per ricordarmi la lezione e non avere una ricaduta"
Luce bació sulla fronte, in mezzo agli occhi Margot, poi la salutò raccogliendo tra le mani questa consapevolezza e volò oltre le nuvole per portare tale dono alla consapevolezza universale.
Margot, restò li, a guardare in alto...
Si era fatta sera, i grilli cantavano mentre in cielo compariva una nuova stella.
(da Margot e i suoi specchi, di Nadia Leroy)
.