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L'arcangelo Gabriele e le acque della nascita

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L'ARCANGELO GABRIELE E LE ACQUE DELLA NASCITA

Gabriele, il “Padre dell’acqua”

  In un suggestivo passaggio dei Vangeli si racconta che l’angelo Gabriele si presentò un giorno a una vergine di nome Maria, per annunciarle il concepimento di un bambino speciale. Nell’iconografia classica l’angelo è raffigurato mentre porge alla ragazza un ramo di gigli.
  Si può pensare che questa sia la cronaca di un episodio realmente avvenuto in Galilea 2000 anni fa; oppure si può ritenere una favoletta inventata per dare un qualche fondamento ad una nuova religione. Ma c’è una terza alternativa, che può sostituire o affiancare le altre due. Possiamo vedere questo racconto come qualcosa di simbolico, che trasmette messaggi importanti.
ciondolo angelo GabrieleAnticamente Gabriele veniva chiamato “Padre dell’acqua”. Non è certo un nome a caso: Gabriele è correlato alla nascita, sia fisica che simbolica, e ogni nascita avviene nell’acqua.
  Nella nostra realtà, la nascita è la porta attraverso cui ogni essere vivente acquista un corpo materiale. L’ingresso nel mondo ha sempre uno scopo, e l’uomo lo conosce ben prima di arrivare sulla Terra.
  Ma per una nascita che avviene sul piano fisico, miriadi ne avvengono su altri piani. Concepire, partorire, diventare madre è ciò che accade di continuo all’essere umano: ininterrottamente diamo vita a parole, pensieri, azioni. Continuamente portiamo alla luce ogni sorta di essere che, tramite noi, prende dimora sulla terra ed entra nella nostra stessa esistenza. E a ragione possiamo definire figlio ciò che da noi nasce.

La natura dei nostri figli

  Certo, vi sono figli buoni e altri cattivi. Allo stesso modo, partoriamo opere ed eventi benefici o nocivi, nobili oppure spregevoli. Molto dipende dagli intenti e dal sentimento che ci anima, con cui costruiamo il loro “corpo”.
  Ciascuno conduce la propria esistenza secondo un modo di vedere e di sentire del tutto personale, nonostante i condizionamenti esterni. Il libero arbitrio - ossia la capacità di dire di sì o di no, di agire e reagire come meglio si crede - fa di ogni uomo e delle sue opere qualcosa di unico. Ma, finché non giungiamo a maturazione mentale e spirituale, fingiamo di non esserne consapevoli e ignoriamo allegramente tutto ciò che non ci aggrada.
  Bisogna ammettere che il nostro modo di pensare segue soprattutto il vantaggio personale: spesso è l’egoismo a muoverci, o l’avidità, o il menefreghismo. Sono tendenze che hanno radici profonde. C’è chi riesce ad estirparle, almeno in parte, e chi le lascia crescere a dismisura, diventando egli stesso una pianta velenosa.
  Ma vivere in un certo modo porta inevitabilmente all’accumulo di angosce, rancori, sensi di colpa, pentimenti… stati d’animo che si richiamano e si sovrappongono l’un l’altro, perché il rancore genera l’odio, l’odio attira il desiderio di vendetta, la vendetta messa in atto causa rimorso e così via.

 Attingere a sorgenti pure

  Quando l’uomo si stanca di sguazzare in acque poco limpide – magari perché gli eventi gli si accaniscono contro - può decidere all’improvviso di cambiare rotta e di chiedere aiuto per cominciare a fare un po’ di pulizia, anzitutto in se stesso. È come se si accendesse una lampadina nella mente, illuminando la sua comprensione. Si accorge così di poter attingere a sorgenti più salubri: le “Acque Superiori”, l’oceano di vita divina in cui siamo immersi pur senza rendercene conto. Acque alle quali sempre possiamo abbeverarci, anche se scegliendo fin troppo spesso di restare assetati.
  Uno dei compiti di Gabriele è proprio quello di facilitare questo processo di trasformazione, in primo luogo aiutando l’essere umano a rendersi conto di quanto stia avvenendo dentro di lui; e poi insegnandogli a gestire le emozioni e i sentimenti. Perché è qui che comincia la rinascita: nelle acque interiori.

Annunciare qualcosa vuol dire rendere consapevoli

  Ora ci è più chiaro il senso della rivelazione fatta a Maria.
  Dare un annuncio vuol dire rendere consapevoli. Quando l’angelo le parla, la Vergine prende coscienza di quanto già si muove dentro di lei. È come se le dicesse: «Apri gli occhi e guarda ciò che si sta compiendo in te. Tu sarai madre...»
  Annunciare significa portare l’attenzione su quanto già è stato seminato e sta prendendo forma: qualcosa di nuovo la cui nascita avverrà prima sul piano spirituale e poi su quello fisico. Nello stesso modo possiamo leggere il messaggio che Gabriele aveva portato in precedenza a Zaccaria, quando gli fece sapere che la sua attempata moglie Elisabetta gli avrebbe dato un figlio, Giovanni il Battista.
  Anche oggi, anche per noi, accogliere il messaggio di Gabriele significa salutare il nuovo che irrompe. Quel “bambino” che può venire alla luce se abbiamo l’accortezza di permetterlo, la capacità di accoglierlo, la costanza di nutrirlo.

Ricongiungere maschile e femminile, volontà e amore

  Per venire al mondo, però, ogni bambino ha bisogno di un grembo materno. Anche il nostro Bambino. Ecco il ruolo della Madonna e di ciò che rappresenta.
  Anzitutto Maria è la raffigurazione di Madre Terra, colei che fornisce gli elementi fisici. Su un altro piano, invece, ci ricorda che il nostro Bambino interiore attinge la sua sostanza anche dall’aspetto materno di Dio, dal suo lato femminile. Sì, quel lato oscurato e messo al bando dalle religioni patriarcali. Per dare alla luce il nostro Bambino abbiamo bisogno di riconoscere e ricongiungere, mettendoli in equilibrio, il lato maschile e il lato femminile di Dio, della vita e di noi stessi. Il nostro aspetto maschile e paterno è la volontà; l’aspetto femminile e materno è l’amore.

Il giglio, la spiga, la piuma

  Perché definiamo “vergine” questa Madre?
  Dal punto di vista fisico questo concetto non ha alcun senso: il suo significato è del tutto simbolico. La Madre è vergine perché è pura. L’amore-madre che dà alla luce il Bambino interiore non ha lati oscuri: è sincero, aperto, disinteressato.
  La purezza, diversamente da quanto ci hanno insegnato, ha ben poco a che fare con la sessualità. La vera purezza è quella delle intenzioni, di ciò che muove – anche inconsciamente – le nostre azioni. La Madre è vergine perché scevra da fini egoistici o perversi.
  Il giglio che Gabriele le porge non è solo un emblema di innocenza: così come la spiga della dea greca Astrea, anch’essa vergine, o la piuma della dea egizia Maat, è anzitutto un messaggio di vita. Il fiore, la spiga, la piuma sono simboli delle creature viventi che vengono generate nel grembo di Madre Terra. Non a caso sia Astrea che Maat sono raffigurate nello zodiaco dalla costellazione della Vergine, la cui stella più brillante è Spica.
  Per le culture che si sono avvicendate nel corso dei millenni, la Dea Madre è stata sempre connessa all’acqua. Anche i grandi santuari mariani, spesso costruiti sulle vestigia di templi più antichi, sorgono su una sorgente. Sappiamo bene che l’acqua è vita, ma non sempre questo concetto viene compreso appieno.  L’acqua è certo un fondamento vitale in senso fisico, perché tutto in essa nasce; ma lo è anche in senso spirituale, perché è il sangue di Madre Terra. È un elemento di purificazione. Così, la Madre è colei da cui siamo generati ma anche ri-generati.

Riconoscere la qualità di emozioni e sentimenti

  Gabriele, dunque, annuncia la nascita del nostro Bambino interiore: un nuovo modo di essere, che viene alla luce quando ci apriamo all’influenza dei Mondi Superiori; quando cominciamo ad ascoltare la voce della nostra parte migliore, accogliendo nella nostra terra il seme della vita divina.
  Certo, il Bambino non può nascere se prima non impariamo a governare le acque dentro di noi. Attenzione però: governare non significa reprimere. Si tratta piuttosto della capacità di riconoscere emozioni e sentimenti, smettendo di nascondere a noi stessi la loro natura, guardandoli finalmente per ciò che sono e infine accettandoli. Attraverso l’accettazione verranno trasformati e utilizzati al meglio. Ciò che resta nascosto, infatti, lavora a nostra insaputa, spingendoci ad azioni e atteggiamenti che prima o poi si riveleranno svantaggiosi.
  Poiché risveglia la consapevolezza, Gabriele annuncia anche il concepimento delle nostre opere più importanti, quelle che portano in sé l’impronta della nostra immagine più alta.

Gli angeli custodi

  L’attinenza di Gabriele con la nascita ha anche altri risvolti.
  Secondo la Tradizione esoterica quest’angelo è collegato alla luna. Su questo piano prende forma tutto ciò che “precede” il corpo fisico: l’involucro eterico e l’insieme di forze che intessono la nostra fisicità.    Gabriele governa appunto queste forze.
  Ma il suo compito è anche un altro: quello di provvedere a ciascun essere umano un angelo custode. Anzi, si può dire che gli angeli custodi siano tutti delle scintille di energia emanate dall’arcangelo Gabriele.                
Maria Antonietta Pirrigheddu
21.12.13

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