Arte, scienza, spiritualità
Articoli
ARTE, SCIENZA, SPIRITUALITÀ
I tre pilastri delle società del passato
Le antiche civiltà, quelle di cui ci è rimasto qualche vago ricordo e molti reperti incompresi, erano fondate su tre pilastri: l'arte, la scienza, la spiritualità. Parliamo di spiritualità, piuttosto che di religione, perché quest’ultima è qualcosa di ben diverso.
È vero che la spiritualità ha bisogno della religione per sbocciare: è la religione insegnata dai "padri", dalle madri, dai testi sacri, dagli antenati a favorire la scoperta della spiritualità da parte del singolo. È la religione a fornire gli spunti per giungere alla spiritualità. Perché la spiritualità non nasce dal nulla, ma si raggiunge camminando e comprendendo.
Ma questo ruolo non può essere svolto dalle religioni attuali, divenute un coacervo di dogmi, lotte di potere, divieti senza senso. Certo hanno poco a che vedere con la spiritualità, e più che insegnare confondono.
La religione antica, quella di cui tanti testi tramandano i barlumi, metteva l'uomo al centro dei propri studi. L'uomo, non Dio. Può apparire blasfemo, ma non può esserci ricerca e conoscenza di Dio se non si parte dalla conoscenza dell’essere umano. In tutti i suoi aspetti e con tutte le sue componenti. Il concetto di divinità permea l’indagine sull'uomo ma non può sostituirsi ad essa, perché non ha senso parlare di un Dio scollegato dall’umanità e dalla Natura.
Questa ricerca dell'uomo sull'uomo è il fondamento della vera scienza, il secondo pilastro.
![]() | ||
Una scienza molto diversa da quella attuale
Questo tipo di scienza cerca le risposte fondamentali sull’essere umano e sul Creato. È la razionalità messa a servizio della spiritualità.
Cosa sappiamo davvero di noi stessi? Della nostra mente, dell’anima, della coscienza? Del nostro stesso corpo? In fondo ben poco. Il corpo fisico, ciò che siamo convinti di conoscere meglio, paradossalmente è il mistero più difficile da sondare. Se così non fosse, non saremmo preda di tanti mali.
La scienza è ciò che indaga i campi fisici ed energetici nei quali l'uomo si estende, mettendoli in collegamento col resto dell'Universo. Non ha dunque niente a che vedere con la cognizione di scienza, feroce e presuntuosa, portata avanti dalla civiltà odierna. Non c'entra nulla con la tecnologia, ancor meno con la manipolazione della natura.
La vera scienza è la comprensione delle Leggi che regolano il Creato. È una presa di coscienza di ciò che l'uomo potrebbe e dovrebbe essere; è lo studio che l'uomo compie anzitutto su se stesso, puntando all’evoluzione personale e collettiva. Scienza è indagare, approfondire, scoprire, elaborare per approdare a quanto di più elevato vi sia, in se stessi e nella Creazione. L’obiettivo è la crescita armoniosa del ricercatore e, infine, del Tutto. È proprio l'armonia, che per sua natura cerca la relazione, a facilitarne il compito.
![]() | ||
Studiare con la coscienza libera
Si tratta dunque di verificare ed elaborare razionalmente, tramite lo studio e soprattutto una coscienza libera, ciò che insegna la vera religione. E poiché parliamo di quella religione che costituisce una scala per la spiritualità, la scienza permette di comprendere anche che cosa sia la spiritualità, su cosa si fonda e da dove proviene. Non si oppone alla spiritualità, ma la affianca. Vede in essa non un avversario ma una spinta verso uno stato più elevato, verso una comprensione del Tutto che si traduca in atti concreti.
La scienza sostiene la spiritualità perché accerta, razionalizza e controlla, evitando all'uomo di cadere nell'errore, nella contraddizione, nell'ambiguità. Soprattutto lo protegge dal fanatismo.
![]() | ||
L'arte, il terzo pilastro
In questo contesto si inserisce l'arte, il terzo pilastro.
L'arte è amore per la bellezza e capacità di creare bellezza. La bellezza non è qualcosa di soggettivo, né è soggetta a variazioni o prospettive culturali: ciò che è veramente bello in un’epoca lo è sempre. Un tramonto non perde il suo fascino col trascorrere delle ere.
La bellezza viene dall’alto ed è eterna. È il profumo della Creazione stessa, e il nostro sé più profondo la riconosce immediatamente. Ecco perché la bellezza si accompagna alla spiritualità e addirittura la sorregge: perché affranca l'uomo da ciò che è brutto e poco limpido.
La bellezza rende l'uomo più libero e felice. Affina il suo intelletto; accende lo sguardo e il desiderio di sapere; lo spinge a penetrare i segreti delle cose. Chi non è in grado di distinguere il bello dal brutto ha difficoltà a percorrere la via della spiritualità. Come può, infatti, elevare il suo animo e la mente? Come può cogliere la differenza tra male e bene, talvolta così sottile?
Ma l'arte non è solo la facoltà di riconoscere la bellezza: è anche e soprattutto creatività. La capacità di creare è ciò che ci fa "ad immagine e somiglianza" del Creatore. Alcuni la chiamano magia.
L'uomo crea grazie all’abilità delle mani, ma anche con le parole e l'immaginazione. Quando l’esigenza di creare si fonde con la vera arte prendono vita opere, oggetti, immagini, idee che spingono lo spirito collettivo ad innalzarsi. E così, unendosi allo spirito, il cerchio si chiude. Arte, scienza, spiritualità.
Maria Antonietta Pirrigheddu
06.06.11
Vedi anche